IL PESO DEL CONFIDENCE GAP
Partiamo dal presupposto che la vita di una donna è più complicata rispetto a quella di un uomo e le sfide, tanto in ambito privato quanto in quello lavorativo, sono innumerevoli. Se si aggiunge che il più delle volte affrontiamo le difficoltà con l’unico espediente che crediamo possedere: il binomio di sacrificio e rinuncia, la realtà potrebbe risultare addirittura opprimente.
Per riuscire a superare questa idea ritenuta (erroneamente) inevitabile, è fondamentale fare chiarezza sul perché ci tiriamo in disparte così spesso. Accettiamo di avere meno opportunità degli uomini, un livello qualitativamente inferiore nei diversi settori lavorativi, retribuzioni minori per le medesime mansioni e, superata la soglia dei quaranta, abbiamo obiettivi personali che rasentano lo zero.
Dare un nome ai sentimenti e alle cose che accadono, è un buon metodo per riavvicinarci a noi stesse e, riconoscere ciò che ci accomuna, può divenire una potente risorsa per riscattarci perché, prima ancora di essere figlie, amiche, colleghe, mogli o compagne, siamo donne.
Non c’è da stupirsi che esista da tempo una formula incisiva e calzante per indicare un fenomeno comune a molte di noi. Il confidence gap, che tradotto sta per divario di fiducia, è precisamente la tendenza, tipicamente femminile, a sottostimare le proprie capacità.
Detto così sembra trattarsi dell’ennesima etichetta accollataci da chi non si è mai trovato in questa posizione, ma capire di cosa si tratta potrebbe costituire un aiuto importante per superare le difficoltà a cui dobbiamo costantemente far fronte. Il confidence gap riguarda l’autostima, la fiducia in sé e la consapevolezza delle capacità possedute.
Se non ci attiviamo una volta per tutte rimodulando l’idea che abbiamo di noi stesse, perseguiremo in un circuito monotono illudendoci che i successi di chi amiamo appartengano anche a noi.
L’insoddisfazione, la sfiducia, la sensazione di non essere mai all’altezza, è causa di ripercussioni negative in qualunque ambito della vita. Spesso ci sentiamo le uniche responsabili delle nostre sconfitte oppure incolpiamo il destino per non averci mai dato le occasioni giuste.
Avere l’esatta percezione di chi siamo e capire quanto sia riduttivo pensare che ciò che viviamo, dipenda soltanto da noi, ha l’effetto di un bicchiere di acqua fresca durante una camminata sotto il sole di agosto. Sta a noi scegliere se riappropriarci una volta per tutte la nostra vita o perseverare nello stato attuale; diventare protagoniste o restare semplici comparse.
Lascia un commento