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  • Orientamento: la bussola che ci perde

    Quando siamo senza lavoro, soprattutto per un lungo periodo, normalmente ci attiviamo e cominciamo a cercarne uno. Di tanto in tanto abbiamo le idee chiare, competenze immediatamente spendibili, obiettivi definiti, ma il più delle volte non sappiamo né cosa fare, né come cercare.

    È a questo punto che entra in gioco quel sistema di orientamento che spesso è gestito dagli organi ufficiali e competenti, cioè i centri per l’impiego. Partecipare a incontri informativi, iscriversi a progetti specifici e consultare regolarmente i loro canali di comunicazione (siti internet, chat WhatsApp, mailing list) ci fa sentire attive nella ricerca, fedeli alle regole, propositive a qualunque iniziativa in grado d’indicarci l’uscita dalla stanza buia e desolata che è la disoccupazione — o inoccupazione, come dir si voglia. 

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  • Prima di dire basta al lavoro

    Prima di dire basta al lavoro

    In Italia, circa 600 mila donne hanno smesso di cercare un lavoro. Un dato che fa riflettere profondamente sullo stato occupazionale del nostro Paese. Tuttavia se consideriamo anche quelle donne che, pur avendo un impiego, sognano di cambiarlo, la situazione appare ancora più complessa.

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  • Il peso del Confidence Gap

    IL PESO DEL CONFIDENCE GAP

    Partiamo dal presupposto che la vita di una donna è più complicata rispetto a quella di un uomo e le sfide, tanto in ambito privato quanto in quello lavorativo, sono innumerevoli. Se si aggiunge che il più delle volte affrontiamo le difficoltà con l’unico espediente che crediamo possedere: il binomio di sacrificio e rinuncia, la realtà potrebbe risultare addirittura opprimente.   (altro…)

  • Le domande che ci fanno bene

    Riscoprire il valore delle domande ci permette di esplorare le nostre vere motivazioni e di definire obiettivi concreti e raggiungibili.

    LE DOMANDE CHE CI FANNO BENE

    Con lo sviluppo del linguaggio orale i bambini iniziano a relazionarsi con chi sta loro accanto, entrando nella nota “fase dei perché”.

    Se da un lato si tratta di una normale manifestazione dello sviluppo cognitivo, dall’altro ci si domanda per quanto tempo dovremo rispondere alla miriade di domande che ci fanno. E se imparassimo da loro? Se ricominciassimo a domandarci e domandare Perché?  (altro…)

  • E se la cura fosse il lavoro?

    E SE LA CURA FOSSE IL LAVORO?

    Lavorare in maniera stabile e soddisfacente è oramai un lusso, ma per una donna, ha tutta l’aria di essere una vera e propria sventura. Se si aggiunge il fattore età, la maternità e una disponibilità non sempre puntuale, è comprensibile che, rinunciarci del tutto, possa essere la decisione più conveniente. (altro…)